Giulio di Meo > Chiaroscuro

locandina - Giulio Di Meo
 
IL FOTOCLUB CHIAROSCURO E’ LIETO DI INVITARVI ALLA SERATA DEL GRANDE
FOTOGRAFO GIULIO DI MEO – VENERDI’ 23 MAGGIO ALLE ORE 21 PRESSO
L’AUDITORIUM GIOVANNI PAOLO II A PIOVE DI SACCO (PD) vedi locandina.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI !!!
Sandra Zagolin
Giulio Di Meo è nato a Capua (Ce) nel 1976. Fotografo freelance di grande talento e sensibilità, particolarmente impegnato nel reportage sociale. La sua fotografia è capace di catturare l’anima delle “piccole cose”, la bellezza di un semplice gesto, la “quotidianità” spesso invisibile che ci circonda. La passione per la fotografia nasce fin da piccolo, seguendo le orme del padre, grande appassionato di fotografia che gli trasmette l’amore per il “bianco e nero”. A partire dall’anno 2003 lavora all’ambizioso progetto fotografico “Riflessi Antagonisti”, sulla realtà dei paesi sudamericani. Da questo progetto nasce, nel 2005, la mostra intitolata “Riflessi Cubani”. Di Meo, dal 2004 lavora in stretto rapporto con l’Arci e collabora con numerose altre associazioni impegnate nel sociale. Nel Giugno 2006, inaugura la mostra intitolata “Tra cielo e terra”: un tentativo di dare voce alla quotidianità delle favelas di Rio de Janero. Per il 50° anniversario dell’Arci, ha realizzato il calendario 2007 e il libro fotografico “Cinquant’anni di sguardi”. Nel 2007 a Firenze, è stata presentata la mostra: “Da soli non si può…Solidarietà, cultura, diritti, cittadinanza”. A Gennaio 2008 ha presentato la mostra “Casa Luzzi, vive”, storia dell’occupazione di un-ex sanatorio da parte del Movimento di Lotta per la Casa, insieme a 350 famiglie di immigrati. Nel 2008 con l’associazione “Fiori di strada” realizza un lavoro sulla vita delle prostitute. Nel 2009 realizza il calendario e la mostra “Obiettivo Sahrawi”, con cui racconta le condizioni di vita nei campi profughi sahrawi. Dal 2004, tiene corsi e workshop sulla fotografia sociale in Italia e in vari Paesi del sud del mondo. Di Meo, ama definirsi “fotografo di strada”… è solo camminando, vivendo tra la gente, immergendosi completamente nella realtà e condividendone la vita sociale, che si può cercare di racchiudere in un fotogramma la poesia del quotidiano.